Giancristofaro: «Gol dedicato a mia nonna. Il mio idolo? Ferreira Pinto»

Giancristofaro: «Gol dedicato a mia nonna. Il mio idolo? Ferreira Pinto»





Intervista al difensore rossonero classe ’96 che con il San Vito ha realizzato il suo sogno: segnare al Biondi con la maglia della squadra del cuore


Domenico Giancristofaro, partiamo dal passato recente: esordio da titolare al Biondi con gol, cosa ha provato?
«Una grande emozione. Vengo da un anno molto complicato, e sto cercando di mettermi in mostra con questa maglia e di tornare a togliermi belle soddisfazioni. Poi segnare al Biondi, davanti a quasi duemila tifosi, è stata una sensazione unica».

È vero che prima di domenica non aveva mai fatto gol?
«Sì: è stata la prima rete in assoluto nella mia carriera! Evidentemente era destino che dovesse accadere in questo stadio e con questa maglia addosso (ride, ndr). Purtroppo, o menomale, sono uno che ha sempre lavorato per il bene della squadra: non c’è più bella soddisfazione del successo di gruppo».

Giancristofaro festeggiato dai compagni di squadra dopo il gol al San Vito 83

Si sente di dedicare a qualcuno in particolare il gol di domenica?
«A una grandissima tifosa rossonera, oltre che colonna portante del bar Micolucci: mia nonna. Abbiamo un forte legame, e la prima rete con la maglia del Lanciano non può che essere dedicata a lei».

L’allenatore Alessandro Del Grosso nel post partita l’ha elogiata per la prestazione. Pensa di potersi imporre come titolare?
«Non ci sono titolari in questa squadra. Tutti ci sentiamo importanti, per questo siamo un gruppo unito. Ovviamente spero di ritagliarmi un bello spazio, ma noi tutti pensiamo a raggiungere l’obiettivo che è quello di vincere il campionato».

Anche il mister ha sottolineato che non scendeva in campo da febbraio: che problemi ha avuto e come si sente ora?
«Ho iniziato l’anno a Sambuceto, poi ho avuto un problema per una lussazione alla spalla. A gennaio mi si è presentata l’opportunità di andare a giocare nell’Eccellenza laziale, alla Vigor Acquapendente, ma poi alcuni problemi societari mi hanno costretto a interrompere il rapporto anzitempo. Sostanzialmente mi sono allenato da solo da febbraio a giugno».




C’è un ruolo in cui preferisce giocare?
«L’anno scorso ho giocato prevalentemente a sinistra. In generale cerco di adattarmi alle esigenze della squadra e del mister, giocando indifferentemente a destra, a sinistra o al centro».

Ha legato maggiormente con qualche compagno?
«Conoscevo già Alessio Natalini perché siamo stati insieme alla Vastese due anni fa. Ma comunque mi trovo bene con tutti: proprio il gruppo è uno dei nostri punti di forza».

C’è un idolo che le ha segnato l’infanzia?
«Sicuramente Adriano Ferreira Pinto: è un amico di famiglia, e un grande uomo oltre che un atleta eccezionale. A Lanciano ha scritto pagine di storia molto importanti, ed è sicuramente un esempio».

Ferreira Pinto, quando giocava nell’Atalanta, al bar Micolucci con i proprietari e l’allora sindaco Filippo Paolini che gli consegna uno stemma della città in cambio della maglia dei bergamaschi

Oltre al Lanciano ha ricevuto altre proposte in estate?
«Solo fasi interlocutorie, nulla di più. Quando è arrivata la proposta del Lanciano non ci ho pensato su due volte. Vestire questa maglia per me è un sogno».

Cosa l’ha spinta a scendere di categoria?
«Il progetto. Qui c’è una mentalità che non ha nulla a che vedere con la Prima Categoria. La prospettiva di scalare vari campionati “a casa mia” vale più di ogni altra cosa».

Questo pubblico e questo stadio cosa le trasmettono?
«È bellissimo. Una mole di pubblico simile non esiste da nessuna parte in queste categorie. Questo fa capire agli altri di che pasta siamo fatti. Al solo pensiero che fino a due anni fa anche io ero sugli spalti del Biondi a sostenere e tifare mi viene la pelle d’oca ogni volta che scendo in campo».




Vede questo approdo come un punto di arrivo o come una vetrina per la sua carriera?
«Il mio obiettivo è quello di migliorarmi per essere sempre all’altezza di vestire questi colori anche negli anni a venire. Abbiamo il compito di scalare diversi campionati e riportare Lanciano dove merita. Mi resta difficile, ad oggi, pensare ad altro».

Come descrive il suo rapporto con mister Del Grosso? E quanto vi fa lavorare?
«È un allenatore molto preparato. Sa toccare le corde giuste per motivarci durante la settimana. Ci fa lavorare tanto, lui ma soprattutto il preparatore Alessandro Spinoglio che cura la parte atletica. Ci sottopone a sforzi molto duri, ma poi la domenica raccogliamo i frutti del pesante lavoro settimanale. La preparazione dello staff, la qualità e l’intensità degli allenamenti, sono almeno di tre categorie superiori alla nostra».

E il patròn Fabio De Vincentiis che sentimenti vi trasmette?
«Il presidente è una persona che ci tiene molto: è il primo tifoso. Cura tutti i dettagli in maniera meticolosa, si vede che lavora per il bene del Lanciano e dei suoi tifosi. Lo conosco da poco ma mi sembra che ci siano tutti i presupposti per fare bene ora e nel prossimo futuro».

Giancristofaro, il secondo da destra, prima di Lanciano-San Vito 83

Ha accennato alla sua famiglia: una famiglia di quelle storiche del tifo rossonero, proprietaria dell’altrettanto storico bar Micolucci. Come hanno reagito al suo trasferimento in rossonero?
«Loro hanno sempre voluto il mio bene, e vedermi con la maglia del Lanciano li rende straordinariamente orgogliosi di me. D’altronde non potrebbe essere altrimenti, dato che anche io sono molto legato a loro vivendo la quotidianità del bar. Per loro è una doppia soddisfazione: la rinascita del Lanciano e vedere me calcare il prato del Biondi».

Questa settimana il turno riposo interrompe il suo “momento magico”: teme problemi alla ripresa della corsa?
«Sapevamo che prima o poi la pausa ci sarebbe stata. Malgrado questo noi ci stiamo allenando con la stessa intensità di sempre. Stiamo avendo anche l’opportunità di provare qualche altra situazione con più calma. Per me non c’è nessun problema: la testa è già alla partita con l’Atessa Mario Tano».

Una chiosa proprio sullo scontro diretto della prossima settimana, tra l’altro su un terreno diverso dal vostro.
«Ci stiamo preparando al meglio per affrontarla nel migliore dei modi e per portare a casa i 3 punti. Sarà una partita insidiosa a cui dovremmo essere altrettanto preparati. Siamo pronti ad affrontare partite su terreni di gioco diversi dal nostro, quindi questo non dev’essere né un problema né un alibi: lo sapevamo dall’inizio del campionato».

Il difensore lancianese durante un’amichevole estiva

Marco Abbonizio

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